L’Ospedale Bambino Gesù e FEDERASMA hanno stilato e pubblicato il “DECALOGO DEL BAMBINO ALLERGICO
Comunicato Stampa
Roma, 19 febbraio 2010
In 10 punti i diritti dei bambini allergici
Il 19 febbraio al Bambino Gesù la V Giornata nazionale
Un decalogo a “misura di bambino” per riconoscere, trattare e prevenire le malattie causate da allergia. Il documento, elaborato dagli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e di Federasma, è stato presentato il 19 febbraio 2010 in occasione della quinta edizione della Giornata del Bambino Allergico organizzata in collaborazione con ALAMA (Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche), Federasma Onlus (Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno dei Malati Asmatici e Allergici), e SIAIP (Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica).
Nel corso del convegno che si è tenuto in Aula Salviati (Roma – piazza Sant’Onofrio, 4), medici e specialisti hanno analizzato i tanti aspetti – non solo strettamente clinici, ma anche ambientali e assistenziali – di quella che sta assumendo i contorni di una vera e propria malattia sociale, proponendo ai genitori una guida semplice, al tempo stesso essenziale, per affrontare il problema con gli strumenti adeguati: il “decalogo per la cura del bambino” oltre ad essere uno spunto di piccoli ma importanti suggerimenti per gli adulti, può anche essere un primo approccio per il bambino affinché acquisisca comportamenti attraverso i quali gestire i disturbi allergici.
Il convegno, che ha affrontato il grave incremento in Italia delle malattie allergiche tra bambini e adolescenti, è stato quindi occasione di approfondimento sui più recenti protocolli diagnostici, terapeutici e di prevenzione relativi a malattie della pelle, respiratorie e allergie alimentari.
Un importante momento di confronto sui problemi del bambino allergico nella loro globalità, tra pediatri di famiglia, allergologi pediatri, famiglie di bambini allergici e amministratori pubblici con l’obiettivo sia di alimentare il più ampio dibattito sugli aspetti sociali e assistenziali che le famiglie di bambini allergici vorrebbero vedere realizzati nell’ambiente scolastico e in quello ricreativo, sia di individuare gli interventi preventivi più idonei e i comportamenti più sicuri per la vita del bambino e la serenità delle famiglie, oltre a ottimizzare gli strumenti di diagnosi e terapia delle malattie allergiche.
Decalogo per il bambino allergico
L’allergia è una reazione esagerata a sostanze altrimenti inoffensive come per esempio pollini, peli di animali e alimenti. Il perché il sistema immunitario reagisca in modo così anomalo non è stato ancora chiarito del tutto; la reazione che si sviluppa poco tempo dopo il contatto con queste sostanze è causata da anticorpi chiamati immunoglobuline E (IgE). L’allergia è familiare: si eredita la capacità di produrre una quantità esagerata di anticorpi IgE che reagiscono con quelle sostanze, liberando prodotti dell’organismo come l’istamina che provocano l’infiammazione in diverse parti del corpo. Se i parenti più stretti sono allergici (specie se lo sono i genitori) il bambino ha un alto rischio di soffrire di allergia nell’infanzia sino all’età dello sviluppo; la comparsa immediata di disturbi sulla pelle, nelle vie respiratorie (raffreddore e asma), agli occhi (congiuntivite), nelle vie digestive (vomito, diarrea) o, progressivamente, tutti assieme (razione anafilattica), a contatto con la stessa sostanza deve far sospettare una causa allergica.
Il carattere allergico rimane per tutta la vita ma l’organismo del bambino allergico è in grado di costruire forme di difesa che gli consentono di poter diventare tollerante nei confronti della sostanza a cui è allergico (specie per i principali alimenti come latte e uovo) anche nel corso dei primi anni di vita; il controllo periodico dello specialista, su consiglio del pediatra, permetterà di accertare i miglioramenti ottenuti. Ulteriori informazioni su: www.ospedalebambinogesu.it ewww.federasma.org .
I Se si sospetta che il bambino possa soffrire di disturbi a contatto di una sostanze allergenica (per es. latte, uovo, acari della polvere di casa, pollini, ecc), deve essere consultato il pediatra il quale, se dalla storia clinica e dalla visita conferma il sospetto, consiglierà una visita specialistica di allergologia pediatrica.
II Per la diagnosi di allergia vanno eseguite le prove cutanee (prick test) o il dosaggio sul sangue delle IgE specifiche per la sostanza che è sospettata allergizzante; se il disturbo è respiratorio devono essere effettuate le prove di funzionalità respiratorie (spirometria) per riconoscere l’asma bronchiale. Vanno assolutamente evitate le indagini alternative (cosiddette “prove di intolleranza”) perché prive di alcuna validità scientifica e quindi inutili.
III Al bambino allergico va evitato rigorosamente il contatto col fumo di tabacco. Il fumo passivo in gravidanza, durante l’allattamento e negli ambienti chiusi favorisce la comparsa dell’allergia nel bambino a rischio; il fumo attivo negli adolescenti favorisce anche l’asma: quindi va scoraggiato con una informazione adeguata. Anche prescindendo dall’allergia, ogni bambino ha il diritto di vivere in ambienti liberi dal fumo.
IV Il bambino con allergia accertata ad alimenti o a farmaci deve avere la garanzia di non assumere mai l’alimento o il farmaco in causa. Ne va della sua vita.
V Al bambino allergico a sostanze presenti negli ambienti interni (come acari della polvere – dermatofagoidi, peli di gatto, ecc) deve essere garantito che questi ambienti, in particolare la camera da letto, siano ben arieggiati e sgombri da arredi (tendaggi, tappeti, moquette) difficilmente lavabili che favoriscono l’accumulo di polvere, terreno favorevole alla riproduzione degli acari e al deposito di peli di animali. Questo vale sia per le abitazioni che, per esempio, in asilo.
VI Per il bambino allergico ai pollini va consultato il calendario pollinico che indica i periodi dell’anno “a rischio”. In questi periodi si dovranno attuare i provvedimenti preventivi comportamentali (uso di mascherine, occhiali scuri, ecc) e farmacologici che permettano al bambino di vivere all’aria aperta senza incorrere nei fastidiosi disturbi a occhi, naso e bronchi.
VII Al bambino che ha già sofferto di reazioni molto gravi a contatto dell’alimento o del farmaco allergizzante o a seguito dei punture di insetti deve essere garantita la fornitura gratuita del farmaco salvavita per prevenire lo shock anafilattico, che deve essere sempre disponibile e somministrata immediatamente al bisogno; va periodicamente istruito (sia il bambino che la sua famiglia) sull’uso dello strumento e sui successivi provvedimenti di pronto intervento.
VIII Al bambino con grave malattia della pelle causate da allergia deve essere garantita la fornitura gratuita dei presidi terapeutici locali e sistemici necessari al controllo della malattia stessa.
IX Il bambino ha il diritto di frequentare regolarmente tutte le attività ricreative, gioco e sport, adeguate alla sua età, sotto il controllo di personale addestrato nello specifico.
X Nella vita comunitaria del bambino, specie a scuola, vanno garantiti: ambienti interni ed esterni idonei, rigoroso rispetto del regime alimentare del bambino con documentata allergia ad un alimento, l’impiego di farmaci specifici, prescritti e certificati, necessari alla cura quotidiana o in caso di emergenza, somministrati da personale opportunamente addestrato.
Il bambino allergico in Italia
Nel nostro Paese dal 1950 ad oggi si è passati da un 10% della popolazione colpita da una manifestazione allergica ad un allarmante 30% , che include bambini e adolescenti in età scolare. Questo boom di allergie, tale da considerarle oggi una vera e propria malattia sociale, è caratteristico di tutti i Paesi sviluppati come l’Italia, dove il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale (nell’ 80% dei casi provocata da allergie), il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica.
Nonostante i numerosi problemi legati a questo tipo di disturbi, i bambini allergici e/o asmatici hanno il diritto di vivere la scuola, lo sport e i momenti ricreativi con la serenità e la spensieratezza tipica della loro età. E se è vero – come recitano i dati dell’indagine condotta nelle scuole dal Ministero dell’Istruzione – che solo il 42,65% degli istituti italiani è in possesso del certificato igienico-sanitario che attesta condizioni idonee ad accogliere gli studenti senza esporli a rischi per la propria salute, allora diventa imprescindibile sensibilizzare le Istituzioni, gli operatori del settore ed i genitori sulla necessità di rendere questi ambienti luoghi sicuri in cui tutti i ragazzi possano svolgere ogni attività legata all’apprendimento, allo svago e allo sport.